Milanese e Giargiana al cinema: incontro ravvicinato del terzo tipo

Il milanese va al cinema perché vuole una serata “zero sbatta” e sa esattamente cosa vedrà, ha già scelto che spettacolo guardare e determina il suo orario d’arrivo tenendo conto dei 20 minuti di pubblicità prima dell’inizio dello spettacolo perché “non ha un cazzo di tempo da perdere e non esiste entrare in sala a guardarsi mezz’ora di pubblicità come un giapponegro qualsiasi!” 

Il giargiana invece quando va al cinema non pianifica cosa guarderà e non sa neppure che film ci siano e a quali orari! Arrivato al multisala guarda tutto con la meraviglia di un bambino a cui è stato regalato un gioco nuovo e, assieme ai suoi 5 giargiabimbi, fissa da lontano le casse presso cui comprare i biglietti. Continuando poi ostinatamente a non chiedersi che film guardare, si mette in coda andando a generare una fila che nemmeno la “Salerno-Reggio Calabria” nei giorni di punta sarebbe in grado di eguagliare.

Il modo di stare in coda del milanese e del giargiana poi è radicalmente opposto. 

Il milanese infatti è innervosito e fin da subito si guarda intorno spazientito, calcola al centesimo di secondo la velocità delle commesse e la razza di provenienza delle persone nelle differenti file per assicurarsi di arrivare il prima possibile alla fine di quell’agonia. Nonostante la dettagliata analisi però, anche a lui può capitare di scegliere la fila sbagliata e di trovarsi dunque davanti una famiglia giargiana che, invece, sembra non avere alcun interesse a decidere nulla, parla di altro rigorosamente urlando ad alta voce e, soprattutto, è piena di giargiabimbi che corrono dentro e fuori dalla fila chiedendo ai loro giargiagenitori di comprargli delle caramelle, dei popcorn, la coca-cola, le figurine e altre assurdità.

Il milanese, tra uno spintone e l’altro che i giargiabimbi gli rifilano per uscire e rientrare nella fila, osserva basito la scena. Con un sempre più crescente nervosismo inizia a ripetersi che presto quell’agonia finirà e, per non perdere tempo, si mette a leggere le ultime news dal mondo sul suo i-phone 6s. Il momento in cui però intuisce che quella serata potrebbe trasformarsi per lui in un vero e proprio incubo è quando la famiglia giargiana davanti a lui arriva alla cassa per comprare il biglietto ed il giargiapadre rivolge alla commessa una domanda che lo fa rabbrividire: “che film ci sono stasera?“.

Ma com’è possibile che ancora non lo avessero deciso?!?!”

La commessa, che oramai è abituata a incontrare “gente così” ogni giorno, non si mostra in alcun modo indispettita ed elenca con pazienza tutti i film e gli orari della serata. Non domo della “figuraccia” appena fatta il giargiapadre, tra gli schiamazzi dei giargiabimbi che continuano a urlargli frasi del tipo “vediamo un cartone, vediamo un cartone, vediamo un cartone“, chiede un breve riassunto di ognuno dei film previsti. Il milanese è incredulo: ha già fatto un tweet, un post su Facebook e creato una decina di gruppi Whatsapp per raccontare a tutti i suoi amici milanesi quanto drammatica la sua serata sia stata fino a quel punto quando la tragedia finale ha inizio.

Il milanese ha infatti in mano ormai da quasi 45 minuti la sua carta di credito e finalmente, dopo tanto patire, intravede la fine della sua “via Crucis” quando la commessa inizia a stampare i biglietti della famiglia giargiana davanti a lui. È proprio in quel momento però, quando tira un sospiro di sollievo ed abbassa le sue difese, che il dramma finale si consuma: il giargiana tira fuori 8745 monete per pagare i suoi biglietti e, con tutta la calma del mondo e aiutato dai giargiabimbi che hanno da poco imparato le addizioni, inizia a contarli uno alla volta separando le monetine rosse “che valgono poco” da tutte le altre. A quel punto il milanese inizia a pensare di trovarsi all’interno di un film horror, le unghie sono finite da almeno 20 minuti e non sa come sfogare il suo nervosismo, davvero non ne può più, fosse stato su “scherzi a parte” qualcuno glielo avrebbe già detto ormai…ha pure scritto a Salvini ma più di una promessa di “ruspe sul cinema” non ha ottenuto!

Dopo altri 10 interminabili minuti di attesa finalmente arriva il suo turno e, con gli occhi lucidi di rabbia (“quanto tempo che ha perso…“), in meno di un minuto ha in mano il suo biglietto.

A quel punto, esausto ed arrabbiato perché oltretutto il suo film è già iniziato, il milanese entra in sala e, senza bisogno di leggere le file sulle poltrone del cinema, raggiunge rapidamente il suo posto. Arrivato a destinazione sbianca…”non è possibile…proprio loro no! Con tutti i film che ci sono! E con tutti i posti che ci sono proprio accanto a me…no vabbè è impossibile che sia vero!

Ebbene si…la stessa famiglia giargiana che era in fila davanti lui è anche seduta nei posti accanto al suo, tanto che i giargiabimbi, appena lo vedono, partono ad indicarlo come si fa con un amico incontrato inaspettatamente! Il milanese non ci crede, è shockato, si guarda intorno spaesato, non capisce come sia possibile…mentre era in fila ha pensato a tutti i modi in cui avrebbe potuto concludersi quella serata ma mai avrebbe immaginato possibile che lui e quei giargiana avessero gli stessi gusti cinematografici!

Come è possibile che avessero scelto lo stesso film?!

Senza sapere più sapere cosa dire e come comportarsi prende il suo i-phone 6s e, con la speranza di ottenere un po’ di conforto e comprensione, racconta su Whatsapp il terribile ultimo sviluppo della sua serata alla morosa che, in tutta semplicità, gli risponde: “ti avevo detto che andare a vedere Kung Fu Panda 3 era una cazzata!

Un anno di Opinioni

“La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 57.000 volte in un anno. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 21 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.”

Così iniziava una mail inviatami Domenica scorsa da WordPress per dirmi che questo blog compiva un anno. Quando un anno fa ho pubblicato il mio primo articolo mai mi sarei aspettato di avere così tante cose da dire: 78 articoli in 365 giorni (sono più di uno alla settimana!!) e 60 iscritti al blog!

Vi racconto allora brevemente cosa ho imparato.

Con Charlie Hebdo: irrispettoso è libero? ho scoperto che solo vivendo le cose che si hanno da fare si ha tutto per dire qualcosa di intelligente anche su un fatto drammatico e apparentemente lontano come quello di Charlie.

Con L’arte della seduzione in palestra ho scoperto che si possono dire delle cazzate di qualsiasi cosa capiti di vivere.

Con The American Sniper: una storia di guerra e Birdman: quando la fama non è tutto ho scoperto che scrivere le recensioni sui film è il top.

Con Le 10 cose che un milanese fa quando nevica ho scoperto che avete voglia di ridere.

Con Myriam: una bambina in fuga dall’Isis ho scoperto che in giro ci sono dei personaggi con storie eccezionali che meritano di essere raccontate.

Con Un amico fedele che non ti abbandona mai ho scoperto che vi piace ridere sì…ma con stile.

Con Viaggiando in metro scegli chi essere: milanese o giargiana?! ho scoperto che avete voglia di ridere di cose che conoscete bene.

Con La Via Crucis nel XXI secolo: i veri perseguitati di oggi sono i Cristiani ho scoperto che cosa un fatto come la Pasqua è in grado di generare.

Con Storia di un ragazzo senza la faccia arcobaleno, Le 10 differenze tra gli italiani pro e contro Valentino Rossi e Le regole di vita del milanese vs le regole di vita del black block ho scoperto che oltre a ridere avete anche voglia di pensare.

Con Lo Stagista Inaspettato e la dignità del lavorare ho scoperto l’intrinseco valore che il solo atto di lavorare possiede.

Oggi è impossibile dire per quanto tempo Opinionandolo potrà andare ancora avanti ma, rispetto a un anno fa, posso dire che questo hobby è stato un grande aiuto, e non un impedimento, per “avere gli occhi aperti e una mente viva e per non perdere quel che intorno mi accade”

Anno nuovo: i buoni propositi del milanese vs i buoni propositi del meridionale

È appena iniziato il nuovo anno e, come ogni volta, lo cominciamo facendoci tanti buoni propositi su di noi ma mi chiedo: tra chi vive a Milano e chi vive al Sud i desideri per l’anno nuovo sono gli stessi?!

Ovviamente no!

Il milanese per l’anno nuovo desidera non prendere mai più i mezzi ATM perché non ne ha sbatta (“e fanculo allo smog!“);
Il meridionale invece, che oltre la “corriera” non ha, desidera prendere la macchina anche per fare solo 100 metri perché “giù non si cammina mai a piedi!

Il milanese per l’anno nuovo desidera con tutto il cuore farsi sempre i cazzi suoi e al mattino camminare in metro mentre va a lavoro o a scuola con la testa bassa per non correre il rischio di dover salutare il “pirla” o il “giargiana” di turno;
Il meridionale invece desidera, per ogni volta che uscirà di casa, salutare chiunque incontri, fermarsi in macchina a ogni incrocio per chiedere al guidatore nella corsia opposta alla sua come sta e battere il record di clacson suonati nel paese per salutare ogni “Comare” o “Compare” ci sia.

Il milanese per l’anno nuovo desidera sostituire ogni sera la cena con l’ape perché tornare a casa avendo ancora fame è il top;
Il meridionale invece desidera cenare sempre da sua mamma o sua nonna per esser certo di andare a letto con quella sensazione di svenimento mista a sbocco che ti fa dormire da dio.

Il milanese per l’anno nuovo desidera battere il record di riunioni fissate in un solo giorno perché solo lui ha davvero il diritto di usare l’hashtag #ItaliaRiparte;
Il meridionale invece un lavoro lo desidererebbe semplicemente avere: se comunque si riesce meglio vicino a casa così a pranzo non mangia fuori e d’estate, finito di lavorare per le 4, può andarsene al mare a godersela.

Il milanese per l’anno nuovo promette di limitare al massimo gli acquisti a supermercati o negozi fisici per comprare solo online;
Il meridionale invece, che internet lo usa solo per whatsapp, vorrebbe che la rete prendesse e che qualcuno gli spiegasse cosa diamine sia questo Amazon che ogni tanto sente nominare.

Il milanese per l’anno nuovo promette di avere sempre al collo una di quelle sciarpine che in ogni stagione dell’anno fanno capire al mondo quanto cazzo sei fashion;
Il meridionale invece delle sciarpine può anche fare a meno perché l’importante è indossare sempre vestiti alla moda con il marchio ben in vista di modo che tutti possano vedere che è uno sul pezzo.

Come vedete ci sono delle evidenti differenze ma…sia che siate milanesi o che siate meridionali l’anno nuovo è comunque un momento in cui è più facile lasciarsi indietro sbagli e fatiche e ricominciare.

I buoni propositi (anche se alle volte ne facciamo decisamente di assurdi) hanno dentro la voglia di crescere e diventare migliori rispetto a quanto abbiamo vissuto sinora per cui io ci scherzo su ma sono il top: lottiamo per ottenerli!
Se tentiamo di ricordarceli tutte le mattine è come se capodanno fosse sempre e ogni giorno si potesse ripartire: sarebbe figo no?!

Buon anno a tutti!!

Auguri di Natale nei gruppi Whatsapp?! Fanculo!

Già lo sapevamo ma è ogni anno il top scoprire quanto sia figo il Natale:

A Natale puoi mangiare e bere come una bestia e non ricevi quei terrificanti sguardi di disgusto da parte di tutta quella parte del mondo che dà valore alla linea;

A Natale puoi startene a casa da scuola o da lavoro per un sacco di giorni senza doverti giustificare con nessuno;

A Natale puoi guardare film dove cani o renne o bambini o una magica combo di questi tre personaggi salvano in maniera eroica e commovente  il Natale da una fine certa;

A Natale puoi fare molti giochi da tavolo, di carte o tombolate senza passare per un dodicenne non cresciuto abbastanza;

A Natale la gente ti fa i regali e le pubblicità della TV dicono che siamo tutti più buoni!

Per questo il Natale è quel periodo troppofigo dell’anno in cui, senza sapere più perché, siamo carichi come delle mine, torniamo a essere bambini, e abbiamo voglia di urlare al mondo che siamo contenti!

Ma qualcosa ce lo impedisce….

Vi chiederete cosa sia forse…ebbene: 

Quanti di voi si sono alzati contenti questa mattina pronti ad affrontare l’endurance di questa giornata di festa con la voglia di fare gli auguri ad amici e parenti come si fa nelle occasioni più belle?!

E allora che rabbia quando, appena sveglio, pensi a un collega di lavoro a cui vuoi far gli auguri ma nel gruppo Whatsapp “Sfascio Colleghi” tutti gli auguri se li sono già fatti….

Ti viene in mente allora un vecchio amico di università ma nel gruppo Whatsapp “Libri al Rogo” gli auguri se li sono già fatti tutti alle tre di stanotte,

La tenti coi cugini ma nel gruppo Whatsapp “Famiglia allargata” i ragazzi sono già partiti a inviarsi le foto dei regali!

Ma fanculo!!!!

I gruppi Whatsapp stanno distruggendo gli auguri di Natale!

Allora tu potresti dire: “beh mi adeguo e faccio gli auguri nei gruppi pure io“, ma se cedi devi stare attento a come li fai!

I gruppi Whatsapp come si deve hanno dentro almeno 15 persone e non puoi urtare la sensibilità di nessuno e dunque:

Niente parolacce nel gruppo di parenti!

Niente foto di tipe fighe vestite da sexy babbo Natale se ci sono donne, mogli o fidanzate nel gruppo!

Niente foto di presepi se ci sono “non cattolici” che altrimenti sentono turbata la loro sensibilità…il Natale è solo una tradizione in quei gruppi e nulla di più!

Niente insulti al capo nel gruppo dei colleghi perché di sicuro ci sarà una spia pronta a usare ogni tuo messaggio a suo vantaggio e contro di te!

Niente foto di figli se c’è gente che i figli non li vuole perché il mondo è un baratro e metterli al mondo è da pazzi: “prenditi un cane piuttosto no?!”

E allora per sto Natale io dico fanculo ai gruppi whatsapp! Siete d’accordo?!

In ogni caso…buon Natale a tutti voi miei cari lettori e alle vostre famiglie! Questo giorno è il top, viviamolo realmente e non in un mondo virtuale! Buone mangiate!! 

Le 7 cose che l’influenzato invernale si sente in diritto di fare

Siamo nel bel mezzo della stagione dell’influenza e tutti noi, perlomeno una volta nella vita, ne abbiamo beccato una che ci ha obbligati a casa per giorni…giorni in cui ci sentiamo in diritto di tirare fuori la bestialità che è in noi. Ecco alcuni esempi di cosa siamo in grado di fare:

1. L’influenzato invernale, per tutta la durata della sua degenza, si tiene il pigiama, fa attenzione a non lavarsi rigorosamente mai e farsi la barba è una idea che nemmeno gli sfiora la testa. In questo modo dopo pochi giorni, su quella che una volta era una faccia, compaiono muschi, licheni e altre semplici forme di vita che lo rendono sempre più vomitevole alla vista di chi lo accudisce.

2. L’influenzato invernale, per tutta la durata della sua degenza, è il padrone della televisione: le serie tv, i film o le partite da guardare le decide solo lui. 

3. L’influenzato invernale, per tutta la durata della sua degenza, si lamenta costantemente e pretende di essere accudito con totale passione e dedizione. Se lui è a casa malato la sua ragazza non può uscire, i suoi amici non possono fare delle figate mentre cinema, ristoranti o qualsiasi altro luogo di aggregazione andrebbero chiusi: nessuno ha infatti il diritto di godersela se lui sta male…

4. L’influenzato invernale, per tutta la durata della sua degenza, non parla e non vuole ricevere domande perché chi lo accudisce deve sempre prendere la decisione giusta. Domande come “Vuoi mangiare? Se si di cosa hai voglia?” oppure  “Come stai? Ti senti ancora la febbre?” lo fanno sbiellare.

5. L’influenzato invernale, se costretto ad andare dal medico, vuole essere certo di non dover aspettare nemmeno un minuto in quell’angolo d’inferno pieno di germi e batteri chiamato “sala d’attesa”.

6. L’influenzato invernale, per tutta la durata della sua degenza, riscopre una smodata passione per il brodino caldo. Ne è talmente affascinato che obbliga chiunque sia con lui a mangiarlo a pranzo e cena esattamente come fa lui vietandogli ogni altra pietanza.

7. L’influenzato invernale, per tutta la durata della sua degenza, ritorna appassionato di social network: twitta e posta su Facebook commenti come un assatanato riscoprendosi esperto di politica, sport, terrorismo, chiesa, economia, cinema e ogni altra tematica degna di un trend topic su Twitter.

Ti senti rappresentato da uno o più di questi atteggiamenti?! 

Beh…sappi che sei un bel bastardello ma un giorno la pagherai: chi oggi ti sta accudendo patendo le pene dell’inferno prima o poi si ammalerà e consumerà la sua vendetta senza alcuna pietà! 

I 10 falsi allarmi più assurdi di questa settimana

1. Terrore a Milano: trovata camicia Combipel in Via Montenapoleone. Evacuata l’intera zona.

2. Panico a Venezia: non si trova più l’alta marea.

3. Follia nel centro milanese: liceale dimentica zaino sul tram. Putin lo bombarda e rade al suolo il mezzo. ATM annuncia sciopero di una settimana.

4. Shock a Napoli: giovane in un ristorante dichiara “questa pizza è una bomba!” Svenimenti in tutta la città.

5. Disagi Trenitalia: continui allarmi bomba sulla linea ferroviaria. Treni in orario. Sconvolti i pendolari costretti ad entrare in anticipo in ufficio.

6. Vergogna in un parchetto milanese: giovane donna porta a giocare suo figlio e trova solo altre donne con i loro cani. Il bambino scoppia a piangere. Panico tra i cani e i padroni. La polizia invita la donna e il figlio a tornarsene a casa “per non disperdere le energie delle forze dell’ordine”.

7. Sveglia shock in Italia. Per non diffondere la paura da oggi i “Bomboloni” alla crema si chiameranno “Paciocconi”. Suicidi in Puglia e nel sud d’Italia.

8. Figuraccia del mondo del calcio. Ragazzo giocando al parco con gli amici, dopo aver scoccato un gran tiro, esclama: “che bombaaaa!!”. Partita sospesa. Fuga generale. Vietate tutte le partite al parchetto d’Italia.

9. Orrore nel Salento: anziana signora invita figli e rispettive famiglie per un pranzo domenicale a base di orecchiette, cannelloni, melanzane, polpette, pittule, pasticciotti e gelato. Terrificante la puzza di uovo marcio proveniente dal bagno della signora nel pomeriggio. Maschere antigas distribuite alla cittadinanza nel timore di un attacco chimico.

10. Che spavento sul volo Ryanair Catania – Milano: inspiegabilmente parte e arriva in orario. Nessun applauso all’atterraggio.

Sono passati ormai dieci giorni dai terribili fatti di Parigi e ancora oggi la capitale francese, così come Bruxelles, sembrano territori di guerra. 
La paura, chi più chi meno, ci ha colpiti tutti e dunque, in questa settimana, si sono susseguite continue segnalazioni di pericolo anche qui in Italia.
Oggi è lunedì però e siamo rimessi davanti alla nostra quotidianità: evitiamo dunque di farci troppe pippe e facciamo al meglio quel che abbiamo da fare.
Solo questo è il metodo con cui potremo difendere e lottare per quei valori e per quella libertà che la tradizione Cristiana ha permesso a noi Europei di avere oggi.

Le 10 differenze tra gli Italiani pro e contro Valentino Rossi

Abbiamo tutti visto le immagini della sfida tra Valentino Rossi e Marquez lungo i primi 7 giri del gran premio di Sepang di MotoGP in cui il pilota spagnolo, dopo aver in ogni modo rallentato e innervosito Valentino, è finito per terra. 

Sui social si è immediatamente accesa una grande battaglia tra chi difende e chi accusa Valentino, ma nessuno si è chiesto cosa differenzia chi sostiene le due diverse posizioni: leggete e lo scoprirete….

Il tipico accusatore di Valentino Rossi al mattino sotto la doccia pensa, il tipico sostenitore invece canta;

Il tipico accusatore di Valentino Rossi a cena con gli amici non fa nulla perché è l’ospite, il tipico sostenitore invece è quello che cucina per tutti;

Il tipico accusatore di Valentino Rossi a lavoro quando arriva beve il tè così si rilassa, il sostenitore invece, appena arriva, ingoia un caffè in tre secondi e un altro se lo infila negli occhi come fosse un collirio perché ha duemila cose da fare.

Il tipico accusatore di Valentino Rossi è quello che da vecchio si apposta davanti a un cantiere dicendo che ai suoi tempi si lavorava meglio, il sostenitore trascorre invece la sua vecchiaia giocando a carte con gli amici e passeggiando nel parco alla ricerca di qualche bella nonnetta da guardare.

Il tipico accusatore di Valentino Rossi nel tempo libero porta i cani a passeggio, il sostenitore invece gioca coi figli al parchetto come un dodicenne;

Lo studente accusatore di Valentino Rossi se durante un esame riceve richiesta di aiuto, non solo finge di non sapere la risposta, ma fa anche la spia col professore; lo studente sostenitore invece è quello che si fa beccare mentre passa al compagno il suo intero foglio protocollo per farlo copiare;

Il tipico accusatore di Valentino Rossi a lavoro i problemi li elenca, il sostenitore invece li risolve;

Il genitore sostenitore di Valentino Rossi i figli li rimprovera, il genitore accusatore invece li moralizza;

Il tipico accusatore di Valentino Rossi è il classico sempre pronto a “salire sul carro dei vincitori”, il sostenitore invece è già sul carro perché quello che ha vinto è proprio lui;

Il tipico accusatore di Valentino Rossi i biscotti li organizza e li fa, il sostenitore invece non ci sta e se li mangia.

#IoStoConVale: vai a Valencia e insegna ai bambini come corrono i giganti!

La dura vita di un ladro nel 2015

Sarà certamente esperienza comune a tutti coloro che hanno la “fortuna” di lavorare in Italia quella di aprire la busta paga e sparare una filotemmia vedendo quanto, alla fine di ogni dannato mese, si riduca lo stipendio da lordo a netto. In quel momento, in preda all’ira e alla collera, tutti almeno una volta avremo pensato che sarebbe bello avere un lavoro che permetta di pagare meno tasse e soprattutto avere tutto quel che si desidera ogni volta che lo si vuole.
Ebbene la mansione che risponde a questi altrimenti utopici desideri esiste: il ladro!

Attenzione però perché pochi hanno veramente tutte le skills, le capacità, per lanciarsi efficacemente nell’arte del furto a causa degli innumerevoli problemi connessi a questa attività.

Innanzitutto un ladro non può mai vantarsi con nessuno di quel che fa e dei suoi successi lavorativi.
Ad esempio, oggi che Linkedin è sempre più diffuso lui, povero, non può mica scrivere di essere uno “Junior Assistant Thief” oppure un “Theft Head of Department”  e, se anche decidesse di farlo, nessuno ne confermerebbe le competenze: questo stupido mondo apprezza più uno che sappia usare Excel di uno che invece apre le auto con una spilla da balia!

E poi ci sono mille altri semplici aspetti del vivere che però influiscono sulla quotidianità e sicuramente sconvolgerebbero chi fa un mestiere normale, mentre per un ladro sono scontati sacrifici:

Un ladro ad esempio il diamante lo usa per tagliarci il vetro, mica per farci degli anelli;
Un ladro la calzamaglia non può usarla al posto dei calzoni, ma gli tocca metterla sulla testa come un babbione;
Un ladro l’idea di business non ce l’ha: se ruba oggetti del valore di 1000€ li rivende a 200 poi.
Un ladro, quando vuole una cosa che non possiede, non la ordina mica su Amazon ma, qualsiasi condizione climatica ci sia, esce e se la va a prendere per conto suo!
Un ladro è costretto sempre a vedere film in cui chi fa il suo lavoro è il cattivo (Robin Hood non conta perché lui la calzamaglia non se la metteva mica sulla testa);
Un ladro è sempre costretto a usare solo cose di seconda mano;
Un ladro la calma non sa cosa sia: a lavoro deve sempre fare le cose di fretta per evitare che lo sgamino;
Un ladro l’iPad o l’iPhone non può usarli perché gli infami della Apple si sono inventati quella bastardata di “Trova il mio i-phone” che lo fa suonare fino a farti sbiellare;
E poi che fatica fare oggi il ladro con tutti questi allarmi e questi disoccupati che non escono mai di casa e soprattutto non hanno nulla che valga la pena rubare…

Caro ladro che dunque stai leggendo queste parole, é direttamente a te che questo articolo é rivolto: sii certo che noi, anonime e noiose persone ligie alle regole, ti capiamo e comprendiamo quanto dura sia la tua vita!

Ci sono delle cose forse però caro ladro che non sai…
Ad esempio caro ladro, lo sai che dopo che rubi in una casa, chi ci abita dentro ogni volta che una porta cigola si caga nelle mutte dallo spavento?!
Lo sai, caro ladro, che quello che ti sei fottuto in pochi minuti è il frutto di anni di lavoro e fatiche delle persone che hai derubato?!
Lo sai, caro ladro, che sei stato fortunato non ti abbia beccato al mercatino del rubato (si lettori miei esiste un posto a Milano che si chiama così…) dove la polizia mi ha detto di andare per cercare quel che mi hai rubato?!
Lo sai, caro ladro, che se anche pensi di essere sfigato e ti é stato sottratto ingiustamente qualcosa nella vita, la colpa non é mia?!
Hai in mente, caro ladro, tutte le volte che in queste settimane ti han fischiato le orecchie? Ero io che ti mandavo affanculo.
Lo sai, caro ladro, che sei un cazzo di bastardo?!

Ahhhhhhhh che godere!

Miei cari lettori onesti perdonate questo articolo totalmente autoreferenziale ma ogni tanto penso che un bel vaffanculo abbia anche un gran valore educativo.

Come riconoscere un milanese nelle spiagge dei giargiana

Un vero milanese in spiaggia lo riconosci facilmente perché non è nel suo habitat naturale e si comporta diversamente dalle tribù autoctone delle località in cui trascorre le vacanze.

Innanzitutto si alza alle 7 del mattino perché la sua sveglia naturale gli impone di non perdere cazzo tempo anche quando è in ferie.
A quel punto si fa una bella colazione da ricco al bar, perché a certe abitudini non si rinuncia mai, e prima di andare in spiaggia fa una capatina dal giornalaio per comprare corriere della sera, gazzetta dello sport e sole 24 ore: il tutto davanti al venditore che lo guarda con gli occhi affascinati pensandolo realmente acculturato.
Arrivato in spiaggia parcheggia a pagamento e, tutto sorridente al pensiero di quanto figo sia il concetto di mare perché le tipe si sentono libere di essere praticamente nude e mostrare i loro bei culetti stagionati, si mette i giornali sotto il braccio e con il suo costumino Sundek o Billabong che ne esalta la “splendida” pancetta da lavoratore (non quelle terribili micro mutande da giargiana), arriva finalmente davanti al mare.

I problemi iniziano a questo punto perché, giunto sul bagnasciuga, attraverso i suoi Rayban nuovi di zecca, il milanese non vede quei fantastici costumini alla brasiliana che ha sognato nelle poche ore di sonno che si è concesso durante il suo ultimo anno di fatiche, ma si trova davanti decine e decine di rumorose famiglie “meridionali” che:
1. Hanno occupato tutte le prime file della spiaggia libera
2. Sono al completo: nonni, zii, figli, nipotini, nuore, suocere, cognati ci sono tutti
3. Hanno circa 7 sedie-sdraio a famiglia, 9 ombrelloni, 14 borse frigo con pasta e melanzane alla parmigiana da mangiare in spiaggia, materassini, racchettoni e ogni altro gadget infantile volto a generare caos e a fare allontanare dalla spiaggia ogni essere umano riconducibile a una ragazza single sotto i 35 anni

In quel momento il terrore sugli occhi del milanese in spiaggia è ben visibile (gli avevano assicurato che, appena passato Ferragosto, la gente se ne sarebbe andata!) e lui corre via: solo un lido può salvarlo!
Inizia allora a cercarlo, lo vede, gli corre incontro come farebbe un bambino con la mamma, vi arriva ansimante e compra un ombrellone per tutta la durata della sua permanenza: almeno cosi può avere i suoi spazi!

Appena si stende sulla sua sdraio nuova di zecca torna a respirare, ordina a uno sbigottino bagnino un bicchiere di vino bianco pensando sia il suo cameriere personale, prende lo smartphone e, nonostante sia schifato dalla barbarie e dalla numerosità dei giargiana nel mondo, inizia a twittare e instagrammare quanto sia figo il posto in cui si trova con il solo obiettivo di generare invidia nei suoi colleghi milanesi che vogliono fare gli idoli col capo e non prendono le ferie.

Autoctoni che dunque vedete le vostre spiagge riempirsi di personaggi con queste caratteristiche non temete: l’estate sta finendo e il milanese se ne andrà perché si sa: “Tutt el mond a l’è paes, a semm d’accòrd, ma Milan, l’è on gran Milan.”

Estate 2k15: tu chi sei? L’amante o il polemico da spiaggia?!

Quando si va al mare bisogna tenere presente che esistono due tipologie di persone: l’amante e il polemico da spiaggia.

L’amante della spiaggia mette la sveglia alle 7 del mattino e arriva al mare munito di ombrellone, sdraio, borse frigo, pallone da beach, racchettoni, chitarra, crema/olio super abbronzante, e conquista la prima fila della spiaggia libera facendone il suo campo base.

Alle 9 ha già fatto una nuotata fino agli scogli, una buona mezz’oretta di snorkeling, individuato la roccia perfetta da cui fare i tuffi per le 10 e ha adocchiato dove noleggiare canoa, gommoni e windsurf.

Dalle 9 alle 10, petto in fuori, occhiale giusto (Rayban e Oakley sono un must) e micro slippino rosso da bagnino, percorre tutta la spiaggia “coast-to-coast” per una prima perlustrazione della fauna femminile: il cosiddetto “Giro Figa”.

Tornato al campo base, l’amante della spiaggia racconta agli amici delle sue gesta e rimane scioccato dalla reazione scontrosa del polemico da spiaggia che lo guarda schifato e scocciato. Lo hanno infatti svegliato alle 7 del mattino catapultandolo in un posto a lui ostile e, sparatosi un’ora da solo sotto l’ombrellone, al ritorno dell’amante della spiaggia non ne può già più e allora si dirige al baretto, al riparo da sole e sale.

Ore 10:
L’amante della spiaggia, con i suoi amici amanti della spiaggia, esegue fantastici tuffi carpiati con triplo avvitamento e mezzo da diverse altezze con il solo obiettivo di fare colpo sui più interessanti esemplari della fauna femminile studiata in precedenza.
Il polemico da spiaggia, solo al bar, ha già letto Gazzetta, Corriere e ordinato tutti le tipologie di caffè freddo offerti.

Ore 12:
L’amante della spiaggia vive le ore più calde godendosele spiaggiato sul bagno asciuga cercando di abbronzarsi il più possibile perché si sa, la tintarella fa figo!
Il polemico da spiaggia, da solo al bar, vive le ore più calde come una lotta per la sopravvivenza bevendo di continuo bevande gelate e zuccherate in modo da prevenire il rischio di svenimenti.

Ore 14:
L’amante della spiaggia decide che è ora di nutrirsi e, alzato lo sguardo, si accorge dell’assenza del polemico da spiaggia per cui organizza una missione di salvataggio per andarlo a recuperare.
Il polemico da spiaggia, trovato privo di sensi da solo al bar, viene rianimato e trasportato al campo base per una mangiata veloce.

Ore 16:
L’amante della spiaggia, dopo un paio di chilometri a nuoto per digerire il pranzo, organizza partite a Beach Volley per mostrare i suoi muscoli e le sue doti atletiche dato che si è fatta l’ora di cuccare qualche bella gallinella e di capire in che discoteca si distribuirà la fauna femminile di più alto livello nella serata a venire.
Il polemico da spiaggia boccheggia da solo al bar.

Ore 19:
L’amante della spiaggia, dopo il giro in canoa post Beach volley, munito di chitarra e ormai accerchiato da sode donzelle bramose di lui, intona “Gli Anni” degli 883 e “Certe Notti” di Ligabue.
Il polemico da spiaggia, disperato al termine della sua giornata, una volta certo che il sole non possa più colpirlo, si trascina da solo, ormai privo di forze, verso il mare per un bagno serale che lo rinfreschi dopo l’agonia vissuta.

Ore 20:
L’amante della spiaggia, guardato il tramonto, decide che è ora di tornare a casa per prepararsi per la serata in disco: la notte è giovane per lui!
Il polemico da spiaggia invece, non appena entrato in acqua, vede i suoi amici andarsene e, tutto trafelato, li rincorre e sale in macchina sporco di sabbia e col costume bagnato.

Ore 24:
L’amante della spiaggia, camicia aperta e lucido di crema doposole, dopo due spruzzate di acqua di colonia e un pò di gel sui capelli, si appresta a uscire per iniziare la sua serata di “caccia aperta” da buon marpione in discoteca.
Il polemico da spiaggia, rimasto solo, lava i piatti della cena e va a letto contando i giorni che lo separano dalla fine di questa agonizzante vacanza.

Morale della favola:
Scegliete con cura con chi andare in spiaggia.
Se per il polemico, una semplice giornata al mare può trasformarsi nel suo peggior incubo, per l’amante della spiaggia, interagire con il polemico, può impedirgli di accalappiare le tipelle più giuste del litorale.